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ASTRI E DISASTRI

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 1 del 7/1/1996

USCITA AD OSTACOLI

I Vangeli non parlano di cometa, ma più semplicemente di “stella” (4 volte), nel solo Vangelo di Matteo (la prima volta: “Alcuni Magi giunsero da Oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti ad adorarlo””). Che la “stella” sia poi diventata una “cometa” (e che i Magi siano diventati proprio tre e con tanto di nome) fa parte della tradizione. Alla consuetudine appartiene invece la raffigurazione in cui la coda della cometa è incurvata all’ingiù, verso la terra. Pare ora che qualche folignate, solo basandosi sulla somma di tradizione e consuetudine, abbia letto come un errore il fatto che le comete luminose, appese a scopo decorativo per le vie cittadine, siano raffigurate con la coda incurvata invece all’insù, interpretandolo come un suo moto di distacco da terra, in particolare da Foligno, e ne abbia addirittura tratto un segno di malaugurio per la Città. Da sempre l’uomo ha cercato di carpire al cosmo, alle stelle, ai fenomeni naturali, i segni del proprio destino e della propria esistenza, affidandosi a libri, maghi, sacerdoti, astrologi, scienziati. A Foligno, fra tanta scelta, abbiamo finito invece per fermarci a leggere i segni di fili e lampadine e di affidarci per questo al lavoro degli elettricisti (con tutto il rispetto per la categoria), il che preoccupa molto più che la coda delle comete. Nonostante ciò, auguri a tutti di un felice Anno Nuovo.

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