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NON CI RESTA CHE RIDERE

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 1 del 10/1/1999

NON CI RESTA CHE RIDERE

Inizia il secondo anno dopo il terremoto. Il primo è stato speso in larga parte tra i supplementi di emergenza e la burocrazia. I pochi cantieri aperti sono di chi, dopo circa un anno, è riuscito a venire finalmente a capo dell’iter relativo all’ordinanza regionale 61. Ma aver ottenuto la concessione e riconosciuto il finanziamento non basta. Per iniziare la riparazione è stato necessario trovare una ditta. C’è chi è stato fortunato ed ha potuto così avviare i lavori o potrà farlo presto, ma di contro c’è chi, pur con le carte in regola, è ancora alla ricerca di un’impresa edile. Le istituzioni si guardano bene dal fornire ai cittadini un sostegno in proposito. Il problema si porrà ancor più drammaticamente quando la ricostruzione entrerà nel vivo. Una ricostruzione ancora in mano della burocrazia, con tutta la sfiducia che ne deriva. Una sfiducia che ha prodotto casi di iniziative autonome di riparazione e di gente che per Natale è così tornata a casa a sue spese. Ma la maggior parte il Natale l’ha passato tra i disagi dei container, nonostante le promesse. E mentre aleggia la depressione c’è chi, come mostra questo volantino affisso all’interno del bar del campo di Annifo, su queste promesse ha trovato lo spirito di riderci sopra. Aspettando di poter ricostruire le nostre case, meglio che piangere, non ci resta che ridere.

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