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CARTA A PORTA

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 3 del 23/1/2005

CARTA A PORTA

La pubblicità ci sfinisce. Quella televisiva, oltre a spezzare i film anche sulle reti pubbliche che già incamerano i soldi del “canone”, su certe reti non ci permette di vedere senza interruzione nemmeno un telegiornale. Il telefono squilla di continuo grazie a “call center” commerciali che ci propongono gli affari più disparati; talvolta a “parlare” è solo una voce registrata. Ad essere bersagliata senza scampo è anche la nostra cassetta delle lettere, in cui la corrispondenza che porta ancora scritto sopra il nostro indirizzo è sempre più misera cosa rispetto a stampe, volantini, depliant e pubblicazioni commerciali di ogni tipo che la intasano. A metterci un carico da undici ci si sono messe anche le Poste Italiane, che consegnano materiale pubblicitario con la formula “invii senza indirizzo”. Chi ha la cassetta delle lettere all’esterno del cancello o dell’edificio è perduto, esposto a ricevere chili di carta e farne la tara rispetto alle lettere importanti per evitare che queste finiscano tra i rifiuti. Chi ce l’ha all’interno del palazzo fa comunque fatica a frenare gli addetti alla consegna, spesso ragazzi o precari, che nonostante divieti o diffide condominiali, riescono comunque ad infiltrarsi perché qualcuno che apre c’è sempre. E quando la cassetta fuori non c’è, il portone è sbarrato e nessuno apre, il modo di lasciarci il ricordino si trova comunque, approfittando di fessure od appigli, magari infilando un mazzetto di depliant nelle maniglie o nei battenti. Il compenso dipende spesso dalla quantità materiale recapitato e chi si ferma è perduto. L’assedio non ha fine.

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