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IMPRONTA A TAVOLA

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 25 del 6/7/2008

IMPRONTA A TAVOLA

Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, per tutelare i bambini zingari dallo sfruttamento cui sono sottoposti, costretti all’accattonaggio ed al borseggio, ha proposto una norma che preveda di prendere loro le impronte digitali. I bambini, si sa, non hanno documenti. Apriti cielo, è una schedatura etnica, lo ha detto anche Bruxelles, e così forse non se ne fa nulla. I bambini zingari, perché zingari non potranno essere controllati dallo Stato, ma proprio perché zingari rischiano di continuare ad essere sfruttati ed impunemente. Agli immigrati extra comunitari le impronte digitali si prendono da anni, come previsto dalla cosiddetta legge Bossi-Fini, con lo scopo di identificarli in caso di clandestinità. Dopo le polemiche di rito, la norma è ormai di routine. A Foligno, gli studenti, per poter accedere alla mensa universitaria, devono munirsi di un “tesserino con impronta digitale”. Sta scritto a chiare lettere su un avviso esposto. Non si registrano rivolte o ricorsi. Mi auguro che un giorno qualcuno ci spieghi perché sulla carta di identità italiana c’è da sempre lo spazio per un’impronta digitale che non c’è ma che è già prevista. Ministro Maroni, per non fare torto a nessuno, ce le prenda a tutti, queste benedette impronte digitali, e non se ne parli più.

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