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APOLOGIA URBANA

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 27 del 23.7.2017

APOLOGIA URBANA

Il deputato Fiano del Pd ha presentato un disegno di legge per punire “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità”. Gli fa eco la sua presidente Boldrini, affermando che i partigiani si sentono offesi dal fatto che in Italia esistano ancora monumenti fascisti. In ossequio a questa prioritaria urgenza nazionale, a Foligno dovremmo abbattere anzitutto Porta Romana, con relativo “campo sportivo del littorio”, ora “campo de li giochi” della Quintana. Non solo. Così come l’antico saluto romano è ormai considerato simbolo esclusivo dei fascisti che lo adottarono, lo stesso principio potrebbe valere anche per il nome Benito che pur già esisteva prima del ventennio. Come ha detto la nipote Alessandra Mussolini, se passa questa legge, “io sarei un reato vivente”. Sarà quindi il caso di censurare queste fioriere di ghisa che fanno parte dell’arredo urbano del centro cittadino, perché recano impresso un marchio che evoca quel nome impronunciabile, pur se si tratta della ragione sociale della ditta che li costruisce. Questo per evitare che i partigiani possano rimanerne offesi, il che, alla loro veneranda età, non è raccomandabile. Signore, pietà. Ma in tutto questo, “Ave” Maria si potrà ancora dire?

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