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CREATURE DI CHI

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 40 del 7/11/1993

CREATURE DI CHI

Mai come negli ultimi tempi i folignati avevano potuto godere della bellezza della facciata secondaria del Duomo, dopo che l’opera di restauro l’ha restituita ad un antico splendore. Ora si pone il problema della sua salvaguardia: se poco o nulla si può contro l’usura del tempo, degli agenti atmosferici e di quelli inquinanti, una drastica soluzione è stata invece adottata contro l’accumularsi di escrementi di piccioni, ritenuto una delle cause più rilevati del degrado dei monumenti. Bande irte di pungoli sono state poste lungo i cornicioni della facciata, cosicché tutti quei piccioni che erano avvezzi a rifugiarvisi, lungi dall’avere la vocazione del fachiro e per nulla propensi a posarsi su un letto di chiodi, hanno così provveduto ad emigrare verso altri ostelli. Per loro fortuna non hanno dovuto fare molta strada: sia Pa-lazzo Comunale sia Palazzo Trinci e Pa-lazzo del Podestà (recentemente restaurati) sono a pochi passi, e l’aumentato affollamento su davan-zali, grondaie e cornicioni si può misurare dal pari aumento di li-vello degli escrementi depositati. In Comune qualcuno mugugna, preoccupato per i “propri” monumenti e non potendo fare altro, se la prende con lo scarso spirito francescano delle bande chiodate. I piccioni intanto, vivono la loro condizione in una contraddi-zione insanabile: essere sia proprietà del Comune, sia creature di Dio, ma non essere graditi né a casa dell’uno né a casa dell’altro.

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