L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 37 del 11/10/1998
FESTA DI CASUAL
Siamo alle porte del duemila, è finita la guerra fredda, sono svanite le ideologie ma nella Quintana continuano a resistere due dogmi incrollabili: settembre ed il regolamento di gara. Ma i nodi vengono al pettine. Per il secondo anno consecutivo la pioggia settembrina è arbitro dello svolgimento della Quintana. Quest’anno siamo addirittura slittati ad Ottobre, in barba al “vespro settembrino” d’ordinanza, in un clima di totale incertezza ed impotenza. Se non vogliamo continuare a farci del male, due sono le strade: anticiparla, per esempio a Luglio, o affidarci agli stregoni. Il regolamento di gara è praticamente lo stesso da oltre cinquant’anni, salvo minimi ritocchi sulla somma dei tempi, e così la diretta Rai ci viene negata; motivo: la gara è troppo lunga, o comunque troppo lenta e complicata. Senza un tabellone elettronico e senza carta e penna per fare la somma dei tempi, è difficile seguire chi vince e chi perde. Passi da gigante, in questi anni, ha fatto invece la ricerca filologica nel ricostruire coerentemente il legame ideale con l’epoca di riferimento. In barba a tanto meritorio lavoro, durante il corteggio di ritorno dal Campo de li Giochi si assiste oramai rassegnati a torme di popolani baby che si infiltrano nel corteo schiamazzando, a figuranti sbracati e scomposti che trascinano i piedi e addirittura a cavalieri di giostra che quando non si presentano a testa scoperta (il regolamento prescrive di gareggiare con cappello e mantella) arrivano anche ad indossare berrettini sgargianti, il che se di cavalleresco ha molto poco, di seicentesco non ha proprio nulla.