L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 37 del 17/10/1999
NON PIU’ DI TANTO
La censura preventiva sulle pellicole cinematografiche non esiste più per iniziativa del governo dopo che, nel 1998, l’apposita commissione di revisione cinematografica aveva decretato il divieto di proiezione per il film “Totò che visse due volte” di Ciprì e Maresco. La commissione è stata privata del potere di impedire l’uscita di un film nelle sale, pur mantenendo le sue competenze nello stabilire se un film possa essere visto o meno dai minori di 14 o 18 anni. Questo per “obblighi di tutela di un pubblico più giovane che non è ancora totalmente in possesso degli strumenti critici necessari per distinguere il vero dal verosimile, la realtà dalla finzione” (Giovanna Melandri) anche se “i ragazzi con meno di 18 anni e con po’ di compiacenza, possono andare nelle edicole e comprare qualsiasi cosa” (Valter Veltroni). Dichiarazioni dell’epoca. I divieti dunque restano, almeno in teoria (la “compiacenza”…), accomunando i film d’autore a quelli “a luci rosse”, la cui proiezione costituisce la specialità di molte sale, dove il film vietato ai minori, quando non è la regola, può appartenere alla tradizione. In una sala di Foligno, di recente, la locandina (che spesso il distributore imposta in modo ambiguo) sembra forse proporre l’ennesima pellicola scabrosa ma una scritta aggiuntiva avverte con enfasi che si tratta di un “film non vietato”. Gli spettatori sono avvertiti: più di tanto non si vede.