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SANTA RUSPA

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 46 del 26/12/1999

SANTA RUSPA

A distanza di oltre due anni dal terremoto si assiste ancora a demolizioni di edifici che ad occhio nudo sembravano invece aver resistito al sisma. Se erano considerati pericolanti e pericolosi non si capisce perché non sia stato fatto prima. Se non lo erano non si capisce perché siano stati demoliti e non si sia scelto invece di ripararli. L’ex sindaco di Gemona, cui il Comune di Foligno ha chiesto pareri sulla ricostruzione, intervistato in un programma televisivo, ha dichiarato che in Friuli si è stati “consigliati” ed “obbligati” a demolire e ricostruire ex novo, perché recuperare avrebbe avuto costi eccessivi. Sembrava che per il nostro territorio si fosse scelta con decisione la logica del recupero. Ma non pare sia sempre così. Può anche essere questione di tempo o di denaro. Chi, con danni limitati, ha avuto fretta di rientrare nella propria casa, ed ha scelto la logica del recupero, i costi eccessivi li ha dovuti sostenere in proprio. Chi ha la casa demolita dovrà aspettare molto tempo ma, per opera di Santa Ruspa, i minori costi li vedrà sostenere dallo Stato e si ritroverà una casa tutta nuova, che però non sarà più quella di prima. Soprattutto se sarà ricostruita altrove. A Capodacqua una demolizione ha fatto posto per quella che pare essere destinata ad essere una nuova piazza avanti la chiesa. Alcuni paesi rischiano di essere ricostruiti altrove. Il terremoto, della nostra terra, ha sicuramente cambiato la storia. Non vorremmo che fosse motivo anche per mettere mano al paesaggio e, meno che mai, alla geografia.

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