L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 32 del 10/9/2000
DANNI E MESTIERI
Man mano che si smontano i ponteggi dei cantieri della ricostruzione, appaiono agli occhi dei cittadini meraviglie che in qualche modo erano tali anche in precedenza ma che ora, anche per la preziosa opera di rifinitura, appaiono sotto una nuova luce e con un rinato interesse. Per quanto tuttavia i risultati siano positivi ed apprezzabili, ciascun cantiere, sia nei palazzi illustri che nelle case comuni, ha richiesto che si consumasse qualche sacrificio. Inutile negarlo: imprese edili, idraulici, elettricisti, falegnami, imbianchini, fabbri e via dicendo, oltre ad una qualificata professionalità, hanno portato ciascuno il loro modesto contributo, sia pure involontario e giustificato dall’urgenza burocratica, allo smarrimento o al danneggiamento di qualcosa. Ne sa abbastanza chi vi scrive ma chiunque si mette le mani tra i capelli al pensiero dei danni subiti durante i lavori, che comunque si accettano come un male necessario. Danni ai privati, ma anche ai beni pubblici. Non sono poche le targhe (argomento molto caro a questa rubrica) che escono malconce dalla convivenza con ponteggi ed intonaci. Una in particolare, di apprezzabile pregio nella fattura e nello stile e che si è spaccata rimanendo priva di una parte significativa, è la targa di Via della Scuola d’Arti e Mestieri. Un nome che non pare casuale. C’è da augurarsi che “arte e mestiere”, dopo il danno, siano tali da farla tornare com’era prima.