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POSSO SENZA FONDO

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 14 del 14/4/2002

POZZO SENZA FONDO

Nel Comune di Foligno, a quattro anni e mezzo dal sisma, nell’ambito della “ricostruzione leggera” mancano ancora all’appello 104 cantieri su 1354; nell’ambito del piano 1998-2001 della “ricostruzione pesante fuori P.I.R.” risultano ultimati solo 88 cantieri su 277 avviati dei 365 totali; nell’ambito dei “Programmi integrati di Recupero” (P.I.R.) risultano ultimati solo 5 interventi su 225 iniziati dei 512 totali. Difficile intravedere la fine. A Franca (detta anche “La Franca”) la ricostruzione non si sa ancora cosa sia. Scampato il rischio paventato inizialmente, di veder cancellata l’attuale frazione a causa del dissesto idro-geologico della montagna, si aspetta l’ultimazione dei lavori specifici di consolidamento per avviare i primi cantieri. Pozzi profondi fino a 17 metri e larghi un metro e venti vengono scavati nella roccia. Sono pozzi di drenaggio dell’acqua; collegati tra loro, permetteranno di scongiurare i movimenti franosi. In attesa dei benefici, l’effetto è dirompente: potenti trivelle che squassano la roccia e fanno tremare la montagna aprendo larghi e profondi buchi neri. Tra gli abitanti c’è chi assiste attonito, ma il malessere è diffuso. Il Codacons di Foligno, ha lanciato l’allarme: oltre il 20 per cento delle pratiche di ricostruzione sarebbero nelle mani dei legali, per contenziosi tra i privati e le ditte esecutrici. Da una parte il drenaggio idro-geologico; dall’altra, oltre alle notevoli spese sostenute di tasca propria extra finanziamenti per poter eseguire i lavori, sono le spese legali a prosciugare, se mai ce ne fosse bisogno, le tasche dei terremotati. Anche in questo caso, si rischia di non vedere il fondo.

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