L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 38 del 20/10/2002
CASE MORTE
A cinque anni dal terremoto, la ricostruzione leggera nel Comune di Foligno non è ancora completata e quella pesante procede ancora troppo lentamente. Ritardi a parte, il post sisma ha tuttavia costituito un’innegabile ed importante occasione di risanamento e di rinnovamento per il territorio folignate, sia pure, per molti, a prezzo di notevoli sacrifici. Un’occasione di rinascita che però ha lasciato inspiegabili zone d’ombra. Sono innumerevoli le case sparse, specie nelle zone collinari o nelle campagne, isolate, apparentemente recuperabili, che restano abbandonate, orfane, che forse non saranno mai risanate e che sono destinate al disfacimento. Ma non si tratta solo case isolate. Un’intera frazione, con tanto d’indicazione toponomastica, che era un agglomerato di edifici abbandonati già prima del terremoto, pare destinata a contare solo ruderi, senza aver visto un solo cantiere della ricostruzione. I comuni, stando alle pur intricate e deliranti norme, avrebbero dovuto sostituirsi ai proprietari, in caso di inadempienza. In questi casi, invece, sembra che il Comune di Foligno abbia deciso di non sapere e non vedere, emettendo silenziose condanne senza appello e senza motivazioni. Con il dopo sisma, molte case vecchie sono tornate a rivivere. A Casevecchie, invece, prima o poi ci saranno solo case morte.