L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 31 del 4/9/2005
RITORNO ALLA LIRA
Dal 2002 la moneta ufficiale italiana è l’euro, al cambio di 1936,27 lire. Secondo le norme, i prezzi dovrebbero essere sempre espressi ed indicati in euro e centesimi di euro. Balle. Se da un lato molti esercizi commerciali indicano nelle vetrine direttamente gli euro punto e basta così come prima i più fichi indicavano le migliaia di lire senza gli zeri, dall’altro per i carburanti si indicano persino i millesimi, continuando però ad usare il vecchio punto delle migliaia anziché la virgola dei decimali, così che la gente non dice che la benzina costa, per esempio, un euro, ventiquattro centesimi e cinque millesimi ma, direttamente, “milleduecentoquarantacinque”, così come vede scritto. A confondere ancora di più le acque, pardon, le benzine, sono ora gli sconti. Meno tre, si legge da lontano. Meno tre euro? No, meno tre centesimi, c’è scritto piccolo piccolo. Da qualche parte poi, più grande, c’è un cartello che espone un diverso sconto, meno ventisette. Ventisette centesimi? No, millesimi, un po’ meno dei tre centesimi del cartello a fianco. Avevamo la moneta unica, ora ne abbiamo tre, euro, centesimi e addirittura millesimi. Praticamente le vecchie lire. Povera Europa!