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SFASCIO CONTAINER

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 37 del 14/10/2007

SFASCIO CONTAINER

Dieci anni fa tutti li invocavano, tutti li sollecitavano. Le tende non erano più adatte e nemmeno le roulotte. Il freddo incalzava ed occorrevano sistemazioni più adeguate. Fu una corsa contro il tempo, da un lato la preparazione delle aree, dall’altro carovane di autotreni che li trasportavano da tutta Italia. Centinaia di moduli abitativi, più semplicemente denominati “container”, furono allestiti nelle zone colpite dal terremoto. La soddisfazione durò poco. Ben presto ci si cominciò a lamentare del freddo, del caldo, dell’umidità, della ristrettezza degli spazi. Poi arrivarono le casette di legno ed i container, salvo pochi casi sciagurati come quello di Giove, passarono nel dimenticatoio. Prima tanto desiderati, poi declassati ad un brutto ricordo. Prima dismessi, poi abbandonati. In parte smobilitati ma in altri casi lasciati a deperire, ad infradiciare, spesso preda dei vandali, fino ad essere burocraticamente classificati come “non convenientemente riparabili” ed essere condannati alla demolizione, come sta avvenendo all’ex campo di Leggiana, già “villaggio della speranza” ed ora trasformato in un deposito di superstiti. Cumuli di pietosi resti di quelli che per lungo tempo sono stati la casa di molti. E chissà quanti tra quelli ancora interi attendono lo stesso destino. Uno spettacolo pietoso. Un insulto per chi, prima o poi, dovesse averne di nuovo bisogno. L’importante è fare le pavimentazioni. Poco importa se per la prossima emergenza siamo letteralmente ridotti allo sfascio.

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