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CIECHI AL MURO

L’IMPRESSIONE- Gazzetta di Foligno n.43 del 12/12/2010

CIECHI AL MURO

Stando alle leggi, per coloro che hanno fisicamente impedimenti a muoversi con le proprie gambe non dovrebbero esistere “barriere architettoniche”; il tema riguarda anche chi non vede, a cui si garantisce teoricamente di poter essere guidato da apposita segnaletica acustica o tattile, che viene rilevata con i piedi, ma in tutti i casi sappiamo bene che si tratta della solita bella favola italiana. A Foligno la segnaletica tattile, come di prammatica, è praticamente simbolica. In uno dei rari posti dove esistente, diventa un trabocchetto in quanto il codice di “direzione rettilinea”, fatto con scanalature parallele al senso di marcia per indicare un percorso agibile, non termina con l’apposito codice di “arresto o pericolo” fatto con calotte sferiche, portando così il teoricamente non vedente a sbattere contro il muro. Un vero e proprio trabocchetto, uno schiaffo al disagio altrui. Santa Lucia, proteggi chi ha perso il dono della vista dalla cecità di cotali burocrati.

POST SCRIPTUM (19/12/2010)

Per correttezza di informazione, ritengo di dover citare quanto trovato su fonti specializzate a proposito dei percorsi tattili per ciechi denominati LOGES, di cui ho trattato la scorsa settimana nellarticolo CIECHI AL MURO. Quando su un marciapiede è posta una striscia di canaletti perpendicolari al senso di marcia, che termina da un lato sul bordo e dallaltro contro il muro, non bisogna pensare che il percorso tattile porti i ciechi a sbattere contro il muro, dato che non si tratta di un percorso ma di un segnale; questo indica al cieco che se lo trova sotto i piedi che, svoltando verso la strada, troverà la fermata o il semaforo. Daltra parte, il cieco che giunga su questo segnale dopo aver attraversato la strada o scendendo dallautobus, potrà utilizzarlo per raggiungere il muro o una qualsiasi altra guida naturale presente, che egli poi seguirà verso destra verso sinistra, a seconda della sua destinazione.