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A.I.D.S. CHE C.A.O.S.

L’OBBIETTIVO – Gazzetta di Foligno n. 9 del 1/3/1987

A.I.D.S. CHE C.A.O.S.

Avete l’AIDS? Allora siete sicuramente o drogati, o omosessuali o dissoluti dalla peggiore specie, e se anche non è vero, questo penseranno gli altri di voi fino a quando la morte non vi solleverà dal peso della vergogna. La paura dell’AlDS non è la paura del male in sé (che poi “male” non è come il cancro o la peste, ma una sindrome che rende impotenti di fronte agli altri mali, raffreddore incluso) ma la paura di essere bollati come “pubblici peccatori”. Il terrore dilaga, dunque, e gli anatemi imperversano: richiami accorati alla continenza, alla fedeltà ed alla ortodossìa dei rapporti sono all’ordine dei giorno. Sodoma e Gomorra sono dietro l’angolo e tutti gli organi di informazione sono mobilitati per scongiurarne la distruzione. Titoli a caratteri cubitali sui giornali, trasmissioni radiofoniche e televisive a raffica, opuscoli informativi agli angoli delle strade, dibattiti, convegni, conferenze. Conoscere per prevenire è la parola d’ordine, ma il risultato è solo una grandissima confusione, specie nei confronti della gente più semplice. Confusione di cui si tocca con mano l’entità anche solo constatando che sui manifesti che convocano l’ennesima conferenza la sigla AIDS è stata ripetutamente storpiata. La situazione è tale che, forse, non ci resta che augurarci che Dio ce la mandi buona… no, non dall’AlDS, ma da quel male ancora peggiore che sono i “profeti di sventura”.

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