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GIRO DI TAGLIA

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 19 del 22.5.2016

GIRO DI TAGLIA

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Dopo la Tirreno Adriatico a metà, anche il Giro d’Italia è passato, in tutti i sensi; la presenza di centinaia di volontari della protezione civile la dice lunga sui suoi effetti. I ciclisti sono la minima parte di una macchina commerciale con un giro d’affari di 26 milioni di euro, senza contare l’indotto, e questo spiega tante cose, come Mismetti che ci ha speso 250mila euro per investire su quella promozione del territorio che appena due anni fa, visto il successo della Madonna di Foligno, si voleva basare sul patrimonio culturale; evidentemente la Maglia Rosa, in soli due giorni, è più miracolosa. La gente va ad applaudire i corridori professionisti e poi, dal giorno dopo, volante in mano, c’è chi torna ad inveire contro quei dilettanti che pedalano lungo le strade e che un saggio scrittore di cose umbre ha definito, tra l’altro, degli “sfigati”. L’epiteto è distorto, perché tra chi pedala per diletto ci sono anche le donne. Giusto domenica mattina, diretto sul monte di Pale, sono stato sorpassato da una gentile signora in sella di una bici da corsa, che mi ha salutato per prima ed ha attaccato discorso. Era incerta se svalicare da Pettino, a quota mille, oppure dalle Vene, a quota di poco inferiore. Una donna di quelle che la moda definisce una “taglia forte”, il che, a dispetto dei luoghi comuni, non le impediva di spingere un rapporto abbastanza impegnativo. Preso atto che le nostre strade si sarebbero divise, poco dopo ha salutato ed è schizzata via per il suo tragitto. Altro che Giro d’Italia!

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