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TI FACCIO LA PELLE

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 31 del 18.9.2016

TI FACCIO LA PELLE

Fino a diversi anni fa i tatuaggi, banalizzando, erano emblematici dei filibustieri o della malavita, o comunque di chi voleva ostentare il disprezzo delle regole sociali. Oggi, ormai, il tatuaggio è diventato una moda dilagante, un elemento estetizzante di molte persone, che ne fanno una specie di manifesto cutaneo, che accomuna uomini e donne: non più una trasgressione ma una nuova forma di conformismo. La posizione cattolica in proposito è controversa, da un lato c’è chi contesta l’applicabilità dei precetti dell’Antico Testamento: “Non vi farete incisioni nella carne per un morto, né vi farete dei tatuaggi addosso. Io sono il Signore” (Lv 19, 28); “Voi siete figli per il Signore vostro Dio; non vi fate incisioni addosso e non vi radete tra gli occhi per un morto” (Dt 14, 1). Dall’altro c’è ci ritiene valido un principio del Nuovo Testamento: “Non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenente a voi stessi. Poiché foste comprati a cari prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1 Cor 6, 19-20). Com’è, come non è, l’estate, con i suoi indumenti succinti, è il periodo che consente di esibire i propri tatuaggi in tutto il loro splendore. Questa ragazza in treno, ad esempio, può mostrare il disegno di una pistola a tamburo inciso su un gamba. Un’arma che, se puntata contro qualcuno, può essere accompagnata da una tipica minaccia: “ti faccio la pelle”. Qui, invece, “ti faccio la pelle” l’ha detto il tatuatore alla ragazza. E’ tutta una questione di punti di vista.

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