L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 3 del 28.1.2018
POSTE DI SCARTO
A Foligno, di “cubo”, non abbiamo solo quello “di Fuksas”, ufficialmente “Chiesa di San Paolo Apostolo”, in zona ospedale nuovo, ce n’è un altro molto più datato ed anche più voluminoso: è il cubo delle poste di Scanzano, un gigantesco impianto di magazzino automatico realizzato quando si pensava di fare del “centro nazionale materiali e stampati”, lu centru de le poste de lu munnu, mentre lu munnu andava in direzione opposta. Tra alterne vicende e con sempre meno addetti, il Cubo di Scanzano ha comunque svolto e continua a svolgere la sua funzione a beneficio di terzi, dopo essere stato anche deposito di lire ed euro, ed oggi è in mano a Postel, che si occupa di gestione documentale. A parte l’impatto ambientale, visibile fin dalla montagna, il problema del complesso postale non è solo il gigantesco cubo ed il gigantesco impianto radiomobile sul cui impatto facciamo a fidarci, quanto anche gli edifici che un tempo erano adibiti ad alloggi dei dipendenti, rimasti disabitati anche dopo la ristrutturazione post sisma del 1997 e il cui futuro sembra ipotecato dal degrado. Un autentico schiaffo alla miseria. Di questo stato di cose ha preso atto anche il Comune di Foligno, i cui incaricati, in una miracolosa apparizione di potatura degli alberi del viale, abbattendone per fortuna solo uno, non si sono fatti scrupolo di mantenere pulita la strada ma lasciando che i rami dal lato opposto cadessero negli spiazzi entro la recinzione ed antistanti gli ex alloggi postali, e di lasciarveli. Quanto a scarti, siano essi edilizi o vegetali, una mano lava l’altra.