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CROCE PENDENTE

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 29 del 2.8.2020

CROCE PENDENTE

Virus, una emergenza sociale per certi versi simile al terremoto: se il terremoto ti caccia fuori di casa e il virus ti caccia dentro casa, sia il terremoto che il virus ti cacciano fuori dalle chiese: clamoroso fu l’intervento dei militari, ad aprile nel Cremonese, per porre fine ad una funzione religiosa. Da maggio, per gentile concessione, è stato in parte riesumato l’articolo 19 della Costituzione e si può tornare a messa ma con una presenza massima di 200 persone, come per gli spettacoli al chiuso, anche se la CEI ha chiesto di recente di superare questo limite. Il terremoto, almeno, ti caccia dalle chiese inagibili ma ti concede una libera alternativa, tra quelle agibili e gli spazi provvisori allestiti per lo svolgimento del culto che, ultimati i lavori e tornate agibili le chiese danneggiate, sono finiti spesso abbandonati a sé stessi. In questa frazione di montagna, nel villaggio di casette di legno allestito per l’emergenza, ora impiegate con diversa finalità, quella già destinata ad uso di culto mostra tutti i segni dell’oblio, rimasta inutilizzata, soggetta al degrado e con la vegetazione incolta fin quasi ad occultare la porta di accesso. L’aspetto più emblematico, però, è costituito dal simbolo cristiano posto al culmine del tetto che, forse per un fissaggio non più solido, pende visibilmente. Pazienza per l’abbandono del luogo di culto non più tale, che peraltro potrebbe essere impiegato diversamente; meno pazienza per l’abbandono della croce.

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