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ANIMALFABETI

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 4 del 30/1/2005

ANIMALFABETI

Le norme sulle cave, per l’estrazione di pietra, ghiaia, sabbia e simili, sono emanate sia a livello nazionale che locale. A livello nazionale vige il DPR 9 Aprile 1959 numero 128; in Umbria la materia è regolamentata dalla legge regionale 3 Gennaio 2002 numero 2 e successive modificazioni, pubblicata con testi aggiornati e coordinati. Nelle sessantadue pagine di “Gazzetta Ufficiale” e nelle trenta pagine di “Bollettino Ufficiale”, però, chi vi scrive non ha trovato cenno a disposizioni che disciplinino l’accesso di estranei all’interno delle cave. Saranno forse in qualche regolamento. Sta di fatto che, in virtù di una qualche prescrizione, lungo il perimetro della cava il titolare dell’attività è obbligato ad esporre appositi cartelli di divieto di accesso all’interno di aree dove vengono comunemente utilizzati esplosivi e dunque particolarmente rischiose. Cartelli e divieti che si presume debbano essere destinati agli umani, unici in grado di leggere e capire, oltre che di scrivere. Non dello stesso parere sembrano essere le presunte norme, secondo cui i cartelli debbono essere formulati prevedendo il divieto di accesso non solo “a persone” ma anche “ad animali” (per non parlare delle “cose” che pare siano ugualmente diffidate ed incluse in altri simili cartelli). Pecore, mucche, capre, cavalli ed ogni bestia vagante o al pascolo, sono dunque avvertiti: per rispettare il divieto e tenersi consapevolmente alla larga dalla cava e dai rischi connessi, devono imparare a leggere. Si poteva scrivere “vietato introdurre animali”? Pare di no. La legge, evidentemente, non ammette ignoranza, nemmeno da parte dei somari.

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