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ORTOIMPIEDIA

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 29 del 31/7/2005

ORTOIMPIEDIA

Chi si rivolge all’ambulatorio di Ortopedia dell’Ospedale di Foligno è probabilmente vittima di un trauma o una frattura che ne pregiudica l’agevole posizione eretta, specie se agli arti inferiori. La sala di attesa attigua è dotata di un discreto numero di sedili dove i pazienti potrebbero aspettare senza fatica il proprio turno nell’ordine stabilito dai biglietti numerati in senso crescente che ciascuno ritira da un distributore collocato all’ingresso. Potrebbero, ma non è così. Primo, perché il pannello luminoso che dovrebbe indicare il numero attualmente da servire è fuori uso da lungo tempo e segna in modo stabile il numero 43. Secondo, perché la gente, seppure dolorante, claudicante, ingessata o sofferente, anziché pretendere che qualcuno del personale paramedico si affacci alla sala d’aspetto, volta per volta, chiamando il numero di turno, preferisce fare la guardia alla porta dell’ambulatorio per paura che qualcun altro gli passi avanti. Morale, sala d’attesa vuota, anticamera invasa da gente malandata sì, ma in stato di agitazione e non di rado litigiosa. Forse i soldi per la manutenzione, da cui attingere per riparare un modesto pannello guasto, sono stati stornati per prosciugare i sotterranei allagati del nuovo ospedale di palude. I pazienti, anche con un femore fratturato, possono attendere. In piedi.