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FERRO E GESSO

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 2 del 21.1.2018

FERRO E GESSO

Avanti popolo alla riscossa, il Freccia Rossa trionferà. Il fiore all’occhiello del regime regionale, che per questo sborserà la modica cifra di un milione e mezzo di euro, sarà un treno per sparuti ed insonni perugini che arretrerà da Arezzo a Fontivegge, in partenza alle 5 e 15 per arrivare a Milano in 3 ore e 15 minuti, 460 chilometri a 140 orari di media. Se il marchio delle celebri caramelle Perugina non fosse migrato ad Asti, si potrebbe chiamare Freccia Rossana, rivendico l’idea a futura memoria. Da Foligno ci resta l’ex Tacito da Terni, un intercity in partenza alle 5 e 55 per arrivare a Milano in 6 ore e 20 minuti quando va bene, 500 chilometri a 80 orari di media. Alla stessa ora da Foligno parte un treno regionale “veloce” per Roma, 2 ore di percorrenza, 150 chilometri reali a 75 orari di media, ma il treno successivo ci impiega un quarto d’ora in più, viaggiando a 67 chilometri orari di media, praticamente una diligenza. Eppure verso Roma ci viaggiano migliaia di umbri, questo però passa il convento. Un treno, questo delle 5:55, che origina a Foligno, dove si svolgono le pulizie a bordo prima della partenza. Poco tempo fa, un addetto ha trovato su un sedile il gesso smarrito di un braccio fratturato, poi dimenticato per giorni sulla ex fontanella del marciapiede. Un fatto emblematico, così ci siamo ridotti: Foligno da città ferroviaria a città ortopedica, altrove si corre, qui siamo ingessati, ci esaltiamo solo di superstrade marittime e di svincoli di campanile. La cura del ferro non è più per noi. Non è da escludere che, prima o poi, finiremo persino amputati.

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