Press "Enter" to skip to content

LICENZA DI RISO

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 6 del 18.2.2018

LICENZA DI RISO

LICENZA DI RISO

Il Carnevale è finito. In una riflessione pubblicata nel 1974, l’oggi papa emerito Joseph Ratzinger spiegava perché questo periodo abbia a che fare con l’umanità profonda della fede cristiana. “L’origine del carnevale è senza dubbio pagana”, “la Chiesa dovette insorgere contro questa idea e parlare di esorcismo che scaccia i demoni”; “l’esorcismo cristiano ha distrutto le maschere demoniache, facendo scoppiare un riso schietto e aperto”, “per questo noi cristiani non lottiamo contro, ma a favore dell’allegria” perché “anche per il cristiano non è sempre allo stesso modo tempo di penitenza, c’è anche un tempo per ridere”. E meno male, non siamo più nel Medioevo, come quando il frate benedettino Jorge de Burgos, nel romanzo “Il Nome della Rosa” di Umberto Eco, diceva che “il riso è un vento diabolico”, “uccide la paura e senza la paura non può esistere la fede”. A Foligno, il carnevale è per antonomasia una innocente festa per ragazzi, quello di Sant’Eraclio; di esorcismo e di riso carnevalesco in forma spontanea in giro non se ne vedono, persino mascherarsi il volto in pubblico è vietato per legge. L’unico riso, semmai, è quello tradizionalmente gettato in occasione delle nozze, così come i carnevaleschi coriandoli sono quelli che talvolta vi sono mescolati, ottenendo uno spargimento policromo che resta in terra anche ben oltre la cerimonia. Più che trasgressione da carnevale, una licenza matrimoniale.

image_pdfimage_print

I contenuti di questo sito
possono essere utilizzati per scopi non commerciali previa comunicazione
e per scopi commerciali solo previo consenso
citando l'autore e rispettando l'integrità delle immagini.