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GRAZIA A MARIA

L’IMPRESSIONE – Gazzetta di Foligno n. 42 del 2.12.2018

GRAZIA A MARIA

Cambia il messale romano, nel “Gloria” e nel “Padre Nostro”, come da Bibbia CEI 2008, perché Dio ha a benvolere tutti gli uomini e non può indurre in tentazione. Motivazioni teologiche, non filologiche, a evidenza del principio che ispira le traduzioni bibliche, salvo qualche spiraglio, per i passi più sensibili, magari nelle note, in questa o quella versione. L’altra importante preghiera dei fedeli, l’Ave Maria, non è in discussione, eppure la materia è controversa. Nel testo originale da cui origina “ave (Maria), piena di grazia”, dal greco “kaire kekaritomene”, è pacifico che il primo termine debba essere tradotto con “rallegrati”, “gioisci”, mentre sul secondo le ipotesi degli studiosi sono molteplici, tra cui “bella”, “attraente” o persino “tu che ti sei fatta (resa) bella, graziosa”. Misteri del greco antico. A Maria col Bambino è dedicata una maestà di collina, con un avviso di “pericolo di crollo” divenuto appena leggibile dopo tanti anni in cui è stato esposto. Pur con una frattura che incombe proprio sopra l’immagine venerata, la maestà resiste ancora, nonostante al pericolo non sia stato posto rimedio. Più che in un intervento strutturale, si confida forse nella “grazia” di Maria, comunque intesa. Finora pare che abbia funzionato.

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