L’INPRESSIONE — n. 42 del 19.5.2022
GIUNGLA FLUVIALE
Bene o male, gli argini del Topino sono stati puliti da erba incolta e sterpaglie, così da renderli godibili alla cittadinanza. Questa è la favola che viene raccontata e che in molti si bevono ed a cui applaudono. Peccato che il Topino non sia solo quello che va da Sportella Marini a Ponte San Magno. A Palazzo Comunale e al Consorzio di Bonifica hanno qualche problema di geografia. Stendendo un velo pietoso per quelli a monte, gli argini del Topino si sviluppano a valle per parecchi chilometri. Quello destro, in particolare, arriva fino ai confini con Spello ed è discretamente apprezzato e frequentato da persone per le loro passeggiate a piedi o in bicicletta. Peccato che, oltre Ponte San Magno, non vi sia traccia di cura o di manutenzione: abbondano erba e sterpaglie incolte, canneti, persino boschi di pioppi che crescono, con l’unico varco che non di rado è costituito dal sentiero laddove il suolo viene calpestato. A nessuno viene in mente che se c’è una traccia, significa che c’è frequentazione, sempre ammesso che qualcuno si prenda il disturbo di fare un sopralluogo. Finite le mura, finita Foligno: il resto è giungla. A ridosso della città, abbiamo il Parco Fluviale, oltre c’è la giungla fluviale. Chi ci vuole passare, farebbe bene a portarsi il machete.
Sergio Fortini